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Nelle scorse puntate abbiamo visto alcune forme molto semplificate di accordi sulla chitarra; in realtà esse sono un'estremizzazione dei cosiddetti shell chords, anzi in alcuni casi coincidono proprio!

Cosa sono gli shell chords

Le caratteristiche principali degli shell chords sono formati solamente dai gradi 1, 3 e 7. In realtà in alcuni casi si utilizza anche il 5° grado, ma solo quando è alterato.

Vediamo ora un po' diteggiature degli accordi più importanti:

Set A: tonica sulla 6a corda
Maj7 7 m7
Maj7 chord (a) Dominant 7th chord (a) Dominant 7th minor chord (a)
Set B: tonica sulla 5a corda - corde adiacenti
Maj7 7 m7
Maj7 chord (b) Dominant 7th chord (b) Dominant 7th minor chord (b)
Set C: tonica sulla 5a corda - corde adiacenti
Maj7 7 m7
Maj7 chord (c) Dominant 7th chord (c) Dominant 7th minor chord (c)

Come si osserva facilmente da questi schemi spesso gli shell chords utilizzano note poste su corde non adiacenti; per suonarli correttamente è necessario mantenere la mano sinistra (destra per i mancini) molto rilassata, cercando di utilizzare la parte interna della dita per stoppare le corde indesiderate.

Provate ad immedesimarvi in Django Reinhardt: un dito monco, l'altro quasi inutilizzabile, la rilassatezza tipica dello zingaro, un grosso sigaro e mezza bottiglia di rhum a disposizione... ecco che la mano si rilassa! Ma... occhio ad andare a tempo!

Ma come si usano?

La risposta è semplice: dappertutto!

Come abbiamo già visto in un contesto di gruppo è molto più semplice togliere note piuttosto che aggiungerle, e gli shell chords aiutano proprio in quella direzione. La differenza maggiore rispetto alle forme che abbiamo visto in precedenza è la presenza costante della fondamentale; ciò permette di utilizzare questi accordi anche in situazioni più solitarie, ad esempio:

  • jazz ballad;
  • melodie ad accordi (come nello stile di Joe Pass ad esempio);
  • fingerstyle jazz;
  • musica pop, dove gli arrangiamenti possono essere molto "affollati";
  • ecc.